Curiamo un po' questa sezione un tantino trascurata
Ho in serbo altri topic anche più frivoli, ma questo volevo scriverlo subito, ispirata soprattutto dal film.
Premetto che non volevo vederlo dato che, come tutti(forse) sanno la storia è giapponese, e Richard Gere di giapponese non ha nulla. Convinta fosse la solita Americanata l'ho snobbato sempre, visto per caso qualche ora fa' direi di essermi ricreduta. Nonostante lo sdoganamento della location, la storia, con tutta la sua sensibilità e poesia, è stata rispettata appieno e io... ho pianto!
Ma non son qui per parlare del film ma di lui, di
Hachiko.Inizio con lo specificare che è una storia VERA!
Nome:Hachi, (questo è il vero nome, kō è un suffisso usato come vezzeggiativo), significa 8, nella tradizione giapponese è un numero fortunato e spirituale.
"Data la sua forma il numero 8 tocca il cielo e poi torna sulla terra."Storia:Hachikō fu un cane di razza
Akita, di colore bianco. Nato in una fattoria di
Odate, nella Prefettura di Akita, il
10 novembre 1923, venne adottato da
Hidesaburō Ueno, un professore universitario del dipartimento agricolo di
Tokyo, che lo portò con sé nella sua abitazione a
Shibuya.
Dovendosi recare tutti i giorni a Tokyo per lavoro, ogni mattina, il professor
Ueno, si dirigeva alla stazione di
Shibuya. Il suo fedele cane lo accompagnava sempre e ritornava alla stazione quando il suo padrone rientrava dalla giornata lavorativa.
Per due anni il fedele amico aspettava pazientemente il professore per tornare a casa assieme.
Nel
maggio 1925, Ueno morì di ictus mentre era all'università.
Hachikō, come ogni giorno, si presentò alla stazione alle 3 del pomeriggio (l'orario in cui il suo padrone solitamente arrivava), ma il professor Ueno non varcò la soglia della stazione.
Il cane attese invano il suo arrivo.
Ciononostante, tornò alla stazione il giorno seguente e fece così anche nei giorni successivi. Con il passare del tempo, il capostazione di Shibuya e le persone che prendevano quotidianamente il treno iniziarono ad accorgersi di lui e cercarono di accudirlo, offrendogli cibo e riparo.
Con il tempo, tutto il popolo giapponese venne a conoscenza della storia di Hachikō; molte persone cominciarono ad andare a Shibuya solo per vederlo e per poterlo accarezzare. Nonostante il passare degli anni e il progressivo invecchiamento, il cane continuò comunque a recarsi alla stazione, esclusivamente la sera, quando il suo padrone sarebbe dovuto arrivare.
Nell'
aprile 1934, venne realizzata, ad opera dello scultore
Teru Ando, una statua in bronzo con le sue sembianze, posta nella stazione di Shibuya;
un'altra simile venne eretta ad Odate, la sua città natale; lo stesso cane fu presente all'inaugurazione.
L'
8 marzo 1935 Hachikō morì all'età di 12 anni, dopo aver atteso ininterrottamente per ben 10 anni il ritorno del suo padrone. La sua morte impietosì la comunità nipponica; la notizia venne inserita in tutte le prime pagine dei giornali giapponesi e venne dichiarato un giorno di lutto per ricordare il suo reiterato gesto di fedeltà nei confronti del padrone.
Nonostante il corpo di Hachikō sia stato preservato tramite tassidermia ed esposto al Museo Nazionale di Natura e Scienza a nordovest della stazione, alcune sue ossa sono sepolte nel cimitero di
Aoyama, accanto alla tomba del professor
Ueno. L'8 aprile di ogni anno, in Giappone viene organizzata una cerimonia per ricordare
Hachikō, alla quale partecipano vari amanti dei cani che portano il loro omaggio alla sua lealtà e alla sua devozione.
Fonte:
WikiNoi amanti del
"Sol levante" prima o poi ci siamo imbattute in questa storia, o nel nome del suo protagonista, o nelle immagini della sua statua.
Simbolo di amicizia e lealtà, di grande affetto e di infinita devozione,
Hachikō, e la sua storia, sono tra i più amati della tradizione giapponese. La sua statua, oggi un po' trascurata e ormai solo punto di ritrovo tra giovani, è un omaggio a quanto di più profondo c'è nell'amicizia, anche se tra uomo e cane
Questa storia mi ha sempre affascinata, conosciuta tramite i manga e qualche dorama, mi andava di raccontarla, è anche questo il Giappone.
Ja ne!
Miao